venerdì 30 settembre 2011

Il 19 Ottobre sarà la Giornata Nazionale dell'Omosessuale Marocchino

[1] http://www.gaymaroc.net/maroc/188-l-la-journee-nationale-de-lhomosexuel-marocain-r-se-tiendra-le-19-octobre-

L'articolo tiene a precisare che la "Giornata Nazionale dell'Omosessuale Marocchino", organizzata da Kif-Kif, non sarà un Gay Pride, ma una semplice festa nel Sala Café Club di Sebta (ovvero l'exclave spagnola di Ceuta).

Sarebbe infatti troppo pericoloso celebrarla in Marocco, il cui codice penale punisce con la prigione dai sei mesi ai tre anni gli atti omosessuali.

Raffaele Ladu

Islamisti liberali ed islamisti conservatori

[1] http://www.nytimes.com/2011/09/30/world/middleeast/arab-debate-pits-islamists-against-themselves.html?_r=2&ref=global-home

[1] è un interessante articolo del New York Times che spiega come la Primavera Araba abbia reso evidenti le divisioni tra gli islamisti liberali, che sognano di importare i modelli turco ed indonesiano, in cui si cerca di conciliare islam, libertà e democrazia (con risultati ancora da migliorare), e gli islamisti conservatori, che sognano la shari'a interpretata nel modo più tradizionale.

Raffaele Ladu

Un'indagine sui rapporti tra ebrei ed arabi in Israele

[1] http://www.haaretz.com/print-edition/opinion/encouraging-news-on-jewish-arab-ties-1.387130

L'autore dell'articolo ritiene incoraggiante il fatto che gli ebrei israeliani si rendano in maggioranza conto che i loro concittadini arabi sono fortemente discriminati, e che il 40% di loro si dichiari disposto a pagare un prezzo personale pur di correggere la situazione.

Un ostacolo ad una piena soluzione del problema è il fatto che per la maggior parte degli ebrei l'ebraicità di Israele non può essere messa in discussione, mentre per la maggior parte degli arabi questa è proprio ciò che giustifica il male che viene fatto loro - finché non si giunge ad un accordo, il conflitto non si risolverà.

L'articolo si conclude proponendo iniziative di discreto valore per combattere le discriminazioni; una che non mi convince del tutto è il celebrare Gerusalemme non solo come epicentro della fede ebraica, ma di tutte le religioni monoteistiche - perché sono un sostenitore della laicità dello stato.

Raffaele Ladu

mercoledì 28 settembre 2011

Shanat Shalom 5772 - 2012

[1] http://www.haaretz.com/news/national/israel-s-population-stands-at-7-8-million-on-eve-of-rosh-hashanah-1.386824

[2] http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4128935,00.html

Stasera (28 Settembre 2011) inizia l'anno ebraico 5772, generalmente festeggiato con un "seder" (pasto rituale); gli auguri che ci si scambia sono "Shanà tovà umetuqà = Un anno buono e dolce", o più semplicemente "Shanà tovà = Buon anno!"

Persone meno religiose dicono "Shanat Shalom = Un anno di pace", copiando il saluto del venerdì "Shabbat Shalom = Un sabato completo".

Per tradizione, gli istituti di statistica e demoscopia pubblicano alla vigilia del nuovo anno le statistiche sulla società israeliana; [1] dice che la popolazione d'Israele è di:

- 7.797.400 persone, di cui:


- 5.874.300 ebrei (75,34%);
- 1.600.100 arabi (20,52%);
-   323.000 altri (04,14% - sono perlopiù immigrati ebrei per la Legge del Ritorno, ma non per il Gran Rabbinato).


Ma le statistiche più importanti per noi sono tra quelle riportate in [2] - le percentuali si riferiscono ai soli cittadini ebrei, purtroppo:

- il 56% vuole la separazione dello stato dalla religione;

- l'83% vuole la libertà di religione (che significa anche non essere costretti a rispettare i precetti religiosi);

- l'80% vuole che anche le scuole religiose insegnino un curriculum minimo laico;

- il 63% vuole che gli autobus circolino anche di sabato;

- il 62% vuole il matrimonio civile;

- il 52% sostiene il matrimonio arcobaleno.

L'attuale governo israeliano è distante anni luce da queste posizioni, e segue la politica qui descritta - scherzando si potrebbe dire che non è un caso che "Italia" ed "Israele", in caratteri latini, abbiano la medesima iniziale.

martedì 27 settembre 2011

Separati ma uguali?

[1] http://agoralgbtq.blogspot.com/2011/09/il-governo-inglese-intende-introdurre.html

[2] http://www.wpri.com/dpp/news/local_news/providence/providence-aclu-report-civil-unions-fiasco-for-rhode-island

[3] http://en.wikipedia.org/wiki/Marriage_in_Israel

L'attuale dibattito in alcuni paesi del mondo sul matrimonio arcobaleno (o meglio, sull'eguaglianza del matrimonio) dà nuova luce all'annoso problema dei matrimoni civili in Israele.

In Israele non è possibile celebrare matrimoni civili [3] - chi vuole sposarsi senza il beneplacito di un'autorità religiosa (o non può contrarre matrimonio religioso) deve andare all'estero e chiedere la trascrizione del matrimonio al Ministero dell'Interno.

Si è spesso detto che il problema è minimo, in quanto le unioni di fatto in Israele hanno un riconoscimento giurisprudenziale che le rende simili ai matrimoni per diritti e doveri - e questo vale anche per le unioni arcobaleno.

Purtroppo, quest'argomento è sempre meno sostenibile: in Inghilterra [1] il governo si è reso conto che riservare le unioni civili alle persone LGBT ed i matrimoni agli etero significava ricadere nella forma di razzismo detta "separati ma uguali" (approvata dalla Corte Suprema USA in Plessy v. Ferguson nel 1896, e ripudiata dalla medesima Corte in Brown v. The Board of Education nel 1954), ed ha perciò deciso di passare entro il 2015 all'eguaglianza nel matrimonio - non si sa che fine faranno le unioni civili.

E nel Rhode Island [2] , in due anni si sono celebrate appena 14 unioni civili - uno dei motivi del fiasco è stato, secondo l'ACLU, proprio l'implicita discriminazione data dalla possibilità di accedere solo alle unioni civili e non al matrimonio.

Il problema in Israele è più evidente perché colpisce anche le coppie etero.

Raffaele Ladu


venerdì 16 settembre 2011

An open letter to Rav Michael Lerner




Dear Rav Lerner,

in [1], the "News Advisory" dated 16.06.2011, but received by me on 15.09.2011, you say:

(quote)

Should Israel be a Jewish state?

“Calling Israel a Jewish state,” Lerner insists, “is no different from calling Tibet a Buddhist state before its takeover by China, or calling Indonesia a Muslim state or calling Italy a Christian state. A Jewish state would have the same right to privilege the observance of Yom Kippur as the U.S. has to close down its government on Christmas. It does not mean sanctioning existing forms of discrimination that currently exist there against Palestinians, or against its own secular majority which currently suffers from religious coercion by the Orthodox minority (which gets its way because it has enough votes in the Knesset for the major parties to need the religious groups in any coaliton government secular parties might hope to put together).”

(unquote)

I'm not contending with the self-definition of pre-invasion Tibet or of the Republic of Indonesia, which in the Preamble to its Constitution declares that it "shall be built into a sovereign state based on a belief in the One and Only
God" [2] - I'm taking issue about what you said about Italy, which you called "a Christian state".

God is absent from the Italian Constitution, in force since 1948; Christianity (or better, Catholicism) are only mentioned in the Articles 7 and 8, which state [3]:

(quote)

Art. 7

The State and the Catholic Church are independent and sovereign, each within its own sphere.

Their relations are regulated by the Lateran pacts. Amendments to such Pacts which are accepted by both parties shall not require the procedure of constitutional amendments.



Art. 8

All religious denominations are equally free before the law.


Denominations other than Catholicism have the right to self-organisation according to their own statutes, provided these do not conflict with Italian law.

Their relations with the State are regulated by law, based on agreements with their respective representatives.

(unquote)

The Article 7, second clause, is one of the most vituperated against in our Constitution, but:

- since 1866 Italians enjoy civil marriage;

- in 1970 the Italian Parliament passed a divorce law;

- in 1971 the Italian Constitutional Court voided a fascist law forbidding contraception;

- in 1978 the Italian Parliament legalized abortion;

- in 1984 the Lateran pacts were amended, and the Catholic Church waived the "state religion" status;

- in 2000 the Italian Constitutional Court voided some articles of the Criminal Code giving added protection to the Catholic Church against vilification of religion.

All these things are directly against Roman Catholic religion: no Catholic should even dream of civil marriage, divorce, contraception (not even when it saves actual lives), abortion, and giving his/her Church the same legal status as others.

I could have added the decriminalization of homosexual acts, which dates back to 1889, but it wasn't actually an anti-Catholic stance: even though "sodomy" is a grave sin for Catholicism, the Catholic Church, unlike some of its Protestant counterparts, grants LGBT people the right to physical survival ... and a closeted lifestyle!

What matters more for the Catholic Church is not that people sin, but that people defy its claim to embody the divine ordainment of nature in its teachings; in their collective eyes, a closeted gay is not worse than a covert heterosexual adulterer, but an out and proud lesbian, gay, transgender are a real pain in their collective ass.

I'm not saying that the battle to loose the Italian state from the grip of the Catholic Church has ended in victory; it's still ongoing (that's why I resent your labeling Italy as a "Christian State"), is hindered by the politicians who woo the Church's favors (Israel can teach little to Italy on that regard), and the frontline is LGBT rights - as LGBT people don't want to be pushed back into the closet.

The importance of loosing state self-definition from religious identity has been proved by the fierce battle over an "acknowledgement of the Christian roots of Europe" to be included in the Preamble of the European Constitution. This reference was luckily and eventually dropped, as it could otherwise be used to discriminate against non-Christians and against Christians leading non-Christian lifestyles.

The European and Israeli cases show that it's nearly impossible to base a state's self definition on a religion and avoid discriminating against other religions or people of the dominant religion who lead an alternative lifestyle.

You're trying to have a cake and eat it.

Yours Truly,
Raffaele Ladu

venerdì 2 settembre 2011

Zygmunt Bauman contro il Muro

http://www.haaretz.com/print-edition/news/polish-jewish-sociologist-compares-west-bank-separation-fence-to-warsaw-ghetto-walls-1.381828

Zygmunt Bauman, un famoso sociologo, nonché un ebreo polacco che ha vissuto per qualche tempo in Israele, sostiene che il Muro ricorda quello del Ghetto di Varsavia, e che i politici israeliani non vogliono la pace, perché per loro è più pericolosa della guerra.

Raffaele Ladu